13 anni, il libretto ebbe una straordinaria diffusione. Se ne contano oltre 150 edizioni. Diretto ai fedeli in maniera generica, famiglie, scuole, comunità, ricalcava la forma impressa al proprio volume dal Dionisi e risentiva senz'altro di quelle forme tuttora barocche dominanti nel tempo della sua pubblicazione. Chi di noi, che nella nostra fanciullezza abbiamo fatto uso dell'operetta del Muzzarelli, non ricorda frasi come «Ah no, che non cammini bene no», ovvero (ma qui ci troviamo in un'altra pubblicazione) «folle che fui ed ingrato; oh quanto traviai, perdonatemi!». Ovvero esempi che, con il trascorrere del tempo, facevano solo sorridere (ed a sorridere non eravamo soltanto noi giovanotti ma anche coloro che ci guidavano). In ogni modo, ripetiamo, il formulario ebbe una straordinaria diffusione, venne arricchito di indulgenze e, dopo di aver dilagato per l'Europa Cattolica, venne propagato in tutto il mondo, sottoposto a mutamenti contingenti, mai essenziali.

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Come si disse il Manuale del Muzzarelli era buono per tutti; valeva per i giovani come per gli adulti, per i singoli fedeli come per le comunità, per le famiglie civili come per quelle religiose.
È chiaro che sarebbe stato auspicabile che, per le diverse classi di persone, si avessero distinti manuali-guida capaci di incidere maggiormente nell'animo dei lettori e di procurare - perché più adatti - maggiori spunti di conversione o di miglioramento.
Chi fu a vedere esattamente la verità di un tale postulato ed a decidersi chiaramente a fornire a diverse classi di persone diversi manuali-guida fu San Vincenzo Pallotti con i suoi tre Mesi di Maggio, datati tutti al 1833, quando cioè l'ormai classico manuale del Muzzarelli contava circa mezzo secolo di vita e si stava propagando per tutta Europa (in Germania entrerà solo nel 1840, quando cioè i 3 Mesi di maggio del Pallotti contavano circa dieci anni di vita).

III. - Si legge in tutte le biografie del Pallotti che, ad originare la composizione dei tre Mesi di Maggio fu la