Volume 13. Stampati - Varie pag. 989

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Memorie

4 - Memoria / Abbo

sacerdote incriminato ammirava l'altissimo spirito del Santo e il Santo dichiarò d'aver appreso da lui nuova luce sull'amor di Dio. Don Vincenzo non aveva mai visto in carcere un uomo del genere: gli pendeva sul capo una sentenza di morte ed egli pregava tutto il giorno, pieno d'allegrezza e giubilo spirituale; obbligato a prendere del cibo, chiese del fiele per amareggiarlo; domandò di andare al patibolo con una croce sulle spalle e una corda al collo, disposto ad affrontare la morte in qualunque piazza di Roma.
Dopo circa un anno arrivò finalmente la sentenza e fu di morte; ma non gli fu detto quale sarebbe stato il giorno della esecuzione e, quando poi gli dissero ch'era stata fissata per il quattro ottobre, lo si vide gioire, poiché era proprio quello il giorno ch'egli desiderava: il giorno di S. Francesco d'Assisi. E Don Vincenzo scrisse d'averlo sentito esclamare: - Angeli custodi, domani vi vedrò. Oh la beatitudine mia, quando mi condurrete al caro Gesù, alla madre Maria! Oh i cantici e gli inni dei beati!
All'alba del 4 ottobre 1843 Don Domenico fu svegliato presto. Si era appena addormentato, ma non si turbò. Scese nella cappella. Fu letta un'altra volta la sentenza. Non disse una parola. Portava con sé una reliquia della S. Croce e tre immagini: il Crocifisso, il Sacro Cuore, la Madonna. Si confessò. Parlava di Dio e dei suoi doni in modo da rapire.
C'erano i confratelli di S. Giovanni Decollato e alcuni soldati del Forte Sant'Angelo.
Don Domenico recitò il Tributo Quotidiano, che Don Vincenzo gli aveva fatto conoscere in prigione, disse a se stesso le solenni parole del rituale: - Esci, anima mia, da questo mondo, e dalla cappella superiore del Forte scese a quella di Piazza d'Armi.
Spuntava il primo sole d'autunno. Don Vincenzo e Don Domenico da una parte e i confratelli di S. Giovanni e i soldati dall'altra alternavano salmi.
Furono celebrate quattro messe; alla seconda, detta da Don Vincenzo, Don Domenico fece la comunione e si raccolse / {332} in preghiera. Recitò l'ufficio di S. Francesco, accettò anche di prendere un pò di cibo; recitò il Magnificat e il Te Deum.
Poi, coperto d'una ruvida tela bianca, scalzo, ma fiducioso e sereno si avvicinò al patibolo, recitando il salmo