Volume 3. Appendice alla Regola pag. 152
Volume 3. Appendice alla Regola pag. 152
Iddio è Carità per Essenza
Iddio merita di essere amato sopra tutte le cose.
Il prossimo deve amarsi come noi stessi per amore di Dio.
Prossimo nostro dicesi, ed e chiunque è capace di conoscere, servire, amare (1), e godere Iddio.
Ma qualunque Uomo è capace (2) (ossia non è impossibile) di conoscere, servire, amare, e godere Iddio [.]
Dunque sia nostro nemico, o amico, cattolico o eretico, Pagano o Incredulo, Cristiano o Ebreo [,] Cittadino, o Estero di qualunque Nazione sparsa pe' l'Universo è prossimo nostro (3): dobbiamo amarlo, come noi stessi per amore di Dio [.]
Ma poiché niuno amerebbe veramente se stesso se non / {112} non (!) procurasse la sua propria eterna salvezza, così niuno amerebbe il suo prossimo come se stesso se ciascuno non procurasse siccome di se così del prossimo suo l'eterna salvezza.
Alcuni Cattolici Sacerdoti, e Laici che sono nella Città di Roma (Centro della Unità (4)) meditando la essenza di loro creazione, e secondo la loro creazione il divino precetto della Carità verso il prossimo non hanno potuto non vedere chiarissimamente che ciascuno è obbligato secondo le respettive circostanze interne [,] ed esterne, e giusta la
Note
1) Orig. ed amare.
2) Seguono due parole cancellate; si legge solo un di.
3) Orig. nostro prossimo.
4) Cfr. Cyprian., Ep. 59 (K. 125).