Volume 13. Stampati - Varie pag. 626
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I tre Mesi di Maggio
Giorno decimoquarto
o figlio, che io con affetto materno ti voglio lontano da tale / {88} pericolo, e molto più dalle conseguenze lagrimevoli dell'adulazione.
2.º Perciò ascolta, o figlio ascolta rispettosamente il divin Verbo incarnato, che secondo i lumi della divina Sapienza dice a tutti: Guai a voi quando gli uomini vi adulassero: e ciò disse con amore infinito, indirizzando le parole a tutte le anime perchè per la via umile si disponessero alla esaltazione nel Regno dei Cieli, mentre al contrario se avessero amato le lodi e adulazioni degli uomini che fomentano la superbia anderebbero ad essere umiliati nell'inferno. Pensa, o figlio che Io tua Madre, e Gesù Mio Figliuolo, e Fratello tuo ti aspettiamo ai sublimi posti della gloria, perciò procura di odiare le umane lodi, adulazioni, e mondane acclamazioni: medita spesso il tuo niente, e l'abisso profondo delle tue miserie, e quanto più in tal modo diverrai umile, tanto più ti disporrai a maggiore perpetua esaltazione.
3.º Ma se nel giro dei brevi giorni della tua vita, l'amor proprio più gagliardemente ti sforzasse ad amare le vane acclamazioni mondane, allora voglio, o figlio, che con maggiore fiducia, e impegno, guardi in fede il tuo divino esemplare, e mio divino Figliuolo Gesù che sebbene fosse meritevole infinitamente delle acclamazioni di tutte le creature passate, presenti, future, e possibili; anzi / {89} degnissimo di lodi infinite, pure le fuggiva, e se alla luce di sì luminoso esemplare ti mancasse il