portato per confessarla, e ricordo che riconoscendola come uno spirito tranquillo, aggiunse che non vi era bisogno di molto tempo per assisterla. Per ubbidire agli ordini del lodato Signor Cardinale Vicario, mi portai per supplire nell'assenza del suo Direttore Reverendissimo Padre Cherubino, il che feci per un mese circa, poiché il detto Padre ritornato in Roma, riassunse la direzione spirituale della Serva di Dio. Quì fu che la medesima mostrò desiderio che io proseguissi a confessarla, ma avendo avuto da Monsignor Ferretti (1), già nominato (2), per lettera il consiglio di non far nulla di nuovo, e di non cambiare confessore, io mi ritirai lasciando la cura al detto Padre Cherubino. Passato qualche tempo, la Serva di Dio essendo stata consigliata a confessarsi nuovamente da me, da Monsignore Illustrissimo e Reverendissimo Frezza (3), col quale ancora comunicava le cose di spirito, quale consiglio, credo bene, che dalla Serva di Dio fosse stato partecipato a Monsignor Ferretti, e credo non disapprovato dal medesimo. Nel mese di Gennaro ai venticinque del mille ottocento trentuno, la Serva di Dio scrisse un biglietto al detto Eminentissimo Signor Cardinal Vicario, il quale trovavasi allora