Volume 3. Appendice alla Regola pag. IX

Volume 3. Appendice alla Regola pag. IX

Introduzione

E, giunti a questo punto, crediamo opportuno toccare un argomento imposto, più che suggerito, dalla natura stessa della presente pubblicazione: secondo cioè quale metodo si debba procedere alla pubblicazione degli scritti di s. Vincenzo.
Evidentemente noi non avremmo nessun problema se fossimo in grado di pubblicare in ordine cronologico gli scritti del Pallotti, cominciando dai quaderni riempiti alla scuola elementare del maestro regionario Antonio Porta e terminando con qualche appunto tracciato con mano febbricitante dopo l'Ottavario dell'Epifania del 1850.
Purtroppo però seguire un tale metodo è assolutamente impossibile.
Innanzi tutto per la maniera con la quale i manoscritti Pallottiani ci sono stati tramandati e quindi per le varie difficoltà che i manoscritti stessi presentano, prima fra tutte quella della frequente mancanza di datazioni, non superate - in modo sicuro - né dall'esame della carta, né dell'inchiostro, né della grafia, né - infine - dalla considerazione di altri criteri interni od esterni.
I manoscritti Pallottiani ci sono giunti, normalmente parlando, «in forma di codice». Giustamente timorosi di perdere non solo delle preziose reliquie, ma anche del materiale essenziale per la vita dell'Istituto, tanto tribolata nei suoi inizi, i primi compagni di s. Vincenzo, se non il Pallotti stesso, provvidero a riunirli mediante una solida rilegatura, lasciando ai loro successori un «precedente» destinato ad essere puntualmente osservato ed imitato: ciò che infatti essi avevano lasciato sciolto venne, specie per quanto riguarda i documenti più importanti, legato o fatto rilegare dai Postulatori della