Volume 13. Stampati - Varie pag. 175
Volume 13. Stampati - Varie pag. 175
I tre Mesi di Maggio
Presentazione
PRESENTAZIONE
SAN VINCENZO PALLOTTI ED I SUOI TRE «MESI DI MAGGIO»
I. - La pietà cristiana, soprattutto in questi ultimi tempi, ha ben poco di romantico nelle sue manifestazioni. Chi, come colui che vi parla, è stato allevato in tempi ormai lontani e, per volontà del Cielo, deve vivere in quelli presenti, nota con un certo smarrimento che la differenza tra le due età delle quali ha esperienza diretta è veramente grande. Cinquanta, sessant'anni fa, venivano inculcate delle forme di pietà delle quali oggi si è perduto persino il nome. Chi pensa e sa - oggi - cosa era la «sabatina» (astinenza volontaria dell'uso della frutta il sabato); chi - dei giovani ministri del santuario - saprebbe dire cosa sono le «6 domeniche di San Luigi», cosa fa differire un cosiddetto ossequio da una giaculatoria, cosa sia la pratica dei «Cento Requiem» o l'emissione dell'Atto Eroico? Non c'è nulla da fare: queste forme di pietà sono ormai decadute e se ne va perdendo, se già non se ne è perduto, il ricordo. E se di queste forme di pietà, compreso l'uso dell'acqua benedetta, una volta considerata «salus et vita» ed oggi ritenuta veicolo di malattie, qualcuno di noi ancora si ricorda, vuol dire che la sua data di nascita va piuttosto indietro col tempo e che si sta avviando, se già non c'è dentro, mani e piedi, all'età, come oggi si usa dire, dei dinosauri. Si nota un fatto strano, ma facilmente constatabile: gli atti di pietà, che una volta erano guidati dal cuore, oggi lo sono, se lo sono, dalla mente fredda e ragionatrice che, talvolta, conclude affermando, per esempio, che gli atti di pietà vanno offerti per se stessi, in una forma quasi gelida e che, magari, prescinde dal concetto di indulgenza che, una volta, era tanto in vigore e quasi guidava l'esercizio della comune devozione. Chi non ricorda il «Gesù mio misericordia, 300 giorni di indulgenza» che una volta si leggeva dietro le immaginette che, allora, si raccoglievano con tanta avidità e