Volume 13. Stampati - Varie pag. 180
Volume 13. Stampati - Varie pag. 180
I tre Mesi di Maggio
Presentazione
pietà mariana di San Vincenzo. La cosa è incontestabilmente vera ma l'origine fu dettata anche da un altro fattore: quello cioè di arrivare più profondamente nell'animo dei lettori, attesa la pluralità dei destinatari e le loro necessità particolari.
La nascita del Mese di Maggio per i Claustrali (o, meglio, per le Claustrali) fu dettato anche da una ragione storica meramente contingente.
Nel 1831 morì, a Roma, nel Convento delle Mantellate ai piedi del Gianicolo l'oggi Ven. Luisa Maurizi. Il Pallotti, come dice egli stesso nella deposizione rilasciata per il Processo di Beatificazione della Suora, era di casa nel convento fondato qualche tempo prima dalla Madre Masturzi sotto la protezione dei Servi di Maria. Negli ultimi tre mesi della vita della Maurizi il Pallotti prese esclusivamente la direzione spirituale di lei e concluse, con lei, quel processo di affinamento morale al quale la suora si era ormai dedicata da anni, specialmente con l'aiuto di San Vincenzo M. Strambi.
Morta la Maurizi il Pallotti continuò a frequentare il convento delle Mantellate e fu così che, qualche mese dopo il transito della ricordata suora le Mantellate, capeggiate dalla ricordata Madre Fondatrice Masturzi tuttora vivente, chiesero al Pallotti, che avrebbe potuto sfruttare prediche tenute in convento, un manuale del Mese di Maggio tutto per loro. E San Vincenzo le accontentò facendo uscire, nell'anno 1833 il volumetto dal titolo: Maria / Immacolata M. di Dio / Regina dei Santi / nel Mese di Maggio / ad onor suo consagrato / ricorda a chi vive nel Chiostro il pregio / della vita claustrale / secondo i lumi / delle otto beatitudini / insegnate dal suo Divin Figliuolo / Gesù / nei suoi sagrosanti Evangelj / addizione / Piissima erga Dei Genitricem Devotio / ad impetrandam gratiam pro articulo mortis / ex D. Bonaventura deprompta. / Roma MDCCCXXXIII /.
Possediamo - del volumetto - tuttora un esemplare dell'edizione del 1833 mentre l'autografo è andato smarrito, forse distrutto quando al manoscritto subentrò il manuale stampato. Se lo schema del lavoro ricalca quello del Muzzarelli e, addirittura, quello del Dionisi, diversa però è la fonte dalla quale il Pallotti fa originare le sue «considerazioni», vale a dire le Beatitudini del Signore.