Volume 13. Stampati - Varie pag. 622

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I tre Mesi di Maggio

Giorno decimoterzo

piangerete (1) (b1): e con affetto di Madre ti avverto, o figlio, che quando il Maestro della verità parlò in tal modo indirizzando il discorso agl'infelici mondani peccatori, dei quali con amore infinito cercava la salvezza a costo dello spargimento di tutto il suo preziosissimo sangue, e della infamia della morte, e morte di Croce (2) (b2), sebbene ne conoscesse la ingratitudine, pure volle che sapessero, che quella mondana allegrezza che tanto amavano, e per la quale dimenticavano perfino l'affare importantissimo della eterna loro salute, e l'amore di Dio, era tale che non avrebbe prodotto loro altro frutto che gemiti, e pianto.
3.º Sì, Figlio, gemeranno, e piangeranno (3) (b3) (b4) in eterno quei poveri Mondani, che prima di loro morte non avranno fatto penitenza della vita loro passata nelle delizie, nei divertimenti pericolosi, nella mollezza, nei piaceri brutali nel cercare il loro fine nella vana allegrezza e non in Dio vero ed unico bene, primo ed ultimo Fine. Ah, figlio, pensa bene che se tu per qualche tempo sei stato uno di loro, ora con affetto materno voglio il tuo deciso, e / {85} sincero ravvedimento. Non ti turbare se ti riconosci reo, ma prendi coraggio in Dio, fa penitenza de' gustati peccaminosi piaceri, risolvi di vivere

Note


1) Cfr. Lc. 6, 25.
2) Cfr. Phil. 2, 8.
3) Cfr. Sap. 4, 9; 5, 3.