Volume 13. Stampati - Varie pag. 1050
Volume 13. Stampati - Varie pag. 1050
Memorie
5 - Cenni sulla preziosa morte di S. E. Don Carlo de' principi Torlonia commendatore Gerosolimitano con lettere edificanti del pio defonto
stento e male reggendosi in piedi, e volle assistere non ad una, ma alle trè intere Messe con quella fervida divozione, e coll'umile contegno, che il rendevano mai sempre di pubblica edificazione. Soddisfatta così la sua pietà, e ricondottosi al palazzo (1), si avvide ben tosto, che il suo male diveniva assai serio, e già presagiva l'imminente sua morte. Egli non pertanto non si turba, non mostra dispiacergli la morte; ché anzi guardandola, come avea fatto in tutto il decorso di sua vita coll'occhio di fede, qual mezzo per unirlo per sempre al suo Creatore, la desiderò e l'accolse con giubilo religioso. Penosa era la sua malattia, e mentre gli amati consanguinei, ed affini, non che gli amici, e i domestici tutti si contristano intorno / {15} a lui, penano per lui, e lo piangono, egli solo è ilare e sereno nel volto, non mostra sentir pena per sé medesimo, e, quel che è più, lungi dall'essere abbattuto è in grado di sollevare gli altri dall'abbattimento, come appunto avveniva in quegli eroi cristiani primitivi, di cui D.
Note
1) A quel tempo il Palazzo Torlonia per eccellenza si trovava nell'attuale Piazza Venezia, di fronte a Palazzo Venezia, sul luogo ove sorge al momento il Palazzo delle Assicurazioni Generali. Frammenti della decorazione del palazzo si trovano attualmente nel Museo di Roma a Palazzo Braschi (Corso Vittorio Emanuele II). Non sappiamo se Don Carlo abitasse nel ricordato palazzo ovvero in una delle altre abitazioni possedute dai Torlonia (tre o quattro tra le quali quella di Borgo Nuovo - via della Conciliazione - tuttora in possesso della famiglia). (Cfr. S. Negro, Seconda Roma, cit., p. 136).