Nel mercoledì mattina quattro Maggio (1) mille ottocento trentuno mi portai al Venerabile Monastero delle Mantellate per confessare la Serva di Dio, non essendomi riuscito nel lunedì, giorno consueto. Arrivato al Monastero, mi fu detto che la Serva di Dio, la quale per la circostanza della malattia di una o più educande, per assistere le quali si era molto affaticata non solo di giorno, ma anche di notte, nel giorno innanzi martedì nelle ore pomeridiane, mi pare, circa le ore ventidue (2), sorpresa, da infermità fu obbligata a porsi in letto, e che tuttora era malata, per cui conveniva che io fossi entrato nel Monastero per confessarla. Mi portai nella camera ove la Serva di Dio giaceva inferma e la trovai oppressa da febbre, che mi parve fosse non leggiera, ma ne potei / {731} {(41)} formare persuasione essere piuttosto grave. La confessai secondo il consueto, e il suo spirito non cambiato dal già suo abituale fervore e nella perfetta uniformità, prima di partire le dissi che la sua clausura la formasse nella Divinità dell'Altissimo. Partito dal Monastero e non pensando che tale infermità potesse essere l'ultima neppure pensai di far ritorno al Monastero nel giorno seguente. Intanto il male andava