crescendo, fino al punto che giunto il Venerdì sei del detto mese, essendovi stato riconosciuto il pericolo di morte, pensarono di farla comunicare per viatico. La Priora mi fece avvisare, ma non essendo io stato ritrovato dalla persona spedita per tale avviso, fu pensato di mandare a chiamare il Reverendissimo Padre Cherubino (1), già Direttore della Serva di Dio, il quale prontamente si portò al Monastero e le amministrò la Santissima Eucarestia, credo bene, preceduta dalla Confessione. Nella circostanza che la Serva di Dio parlò col detto Padre Cherubino, come mi riferì il medesimo, gli espresse i sentimenti di consolazione spirituale di cui fu ripiena, quando vide nella sua malattia il Ministro di Dio, e dette a capire che le parole che il medesimo gli (!) disse prima di partire, le aveva prese quasi fossero state un annunzio del suo passaggio al Cielo. Nel venerdì stesso circa le ore dieciotto (2), dopo aver io saputo l'accrescimento del male, mi portai al Monastero, e infatti trovai la Serva di Dio vieppiù aggravata, ma per quanto fosse stata la gravezza dell'infermità, tanto in questa come in altre circostanze dei giorni seguenti, vi ho conosciuto più o meno, secondo che più o meno era oppressa dalla fierezza della malattia, sviluppati sentimenti virtuosissimi, desiderii grandi del vero bene, giaculatorie, preghiere e atti9