Volume 8. Manuali della Regola - 1846, 1847, 1849 pag. XI

Volume 8. Manuali della Regola - 1846, 1847, 1849 pag. XI

Introduzione

Il testo degli amanuensi è anch'esso normalmente leggibile e gli ostacoli sono relativamente facili a sormontarsi. Quello che ha dato un poco più di fastidio ed ha richiesto una maggiore attenzione è stata la composizione dell'indice analitico. Questo per il fatto che, trattandosi di tre testi simili, ma non identici, contenuti in pagine non sempre riscontrabili, nei tre manoscritti, con esattezza matematica, la composizione dello schedario previo ha richiesto molto più tempo e più pazienza del solito. Si è lavorato con cura ma, se si noterà qualche lieve inesattezza, si abbia la bontà di valutarne la ragione.

Nella Roma di San Vincenzo si era soliti dire che «la coda è la più dura da scorticare», vale a dire che, in un lavoro, la porzione finale è sempre la più difficile. Riportando il detto or ora citato, non intendiamo riferirci alla conclusione della presente introduzione, ma a quella dell'edizione della prima sezione degli scritti del Pallotti. Inizialmente si era dell'opinione di riunire in un solo volume, il settimo, tanto la «Copia Lambruschini» che i «Manuali» ed i «Cerimoniali». Edita a parte la ricordata «Copia», era naturale che, nelle intenzioni, il volume ad essa successivo avrebbe contenuto tanto i «Manuali» che i «Cerimoniali». Se avessimo, del materiale, fatto un solo tomo, esso avrebbe toccato le mille pagine; facendone due (un volume in due tomi) avremmo avuto, unite «per accidens», due serie di scritti che avrebbero potuto benissimo vivere in maniera a sé stante. Per questo, da un solo volume in tre tomi («Copia», «Manuali», «Cerimoniali») siamo arrivati a tre che, non fosse altro,