Volume 13. Stampati - Varie pag. 177
Volume 13. Stampati - Varie pag. 177
I tre Mesi di Maggio
Presentazione
proprio il caso di dire «era meglio prima»; forse sarà meglio constatare le cose in maniera puramente storica e dire, senza allargarsi a sentenziare che ieri le cose andavano in una maniera ed oggi vanno in un'altra. Va da se che chi è stato allevato in una determinata maniera ricorderà con nostalgia determinate usanze soprattutto se legate ad altri tempi, quelli irripetibili della propria fanciullezza e prima giovinezza.
II. - Ed ora un po' di storia del Mese Mariano.
Già nel Medioevo, a Mantova ed a Parigi (riguardo a queste due località abbiamo testimonianze storiche precise), c'era l'usanza di dedicare alla Madonna i primi giorni del mese di maggio: l'inverno era passato, la primavera era al colmo con le sue fioriture ed in questo risveglio e rigoglio era - si può dire - naturale rivolgersi alla Madre del «giglio delle convalli», al fiore - e frutto - della «Radice di Jesse». Come vediamo, è il cuore che detta, è un'aria romantica che pervade i sentimenti dell'uomo e lo induce ad estrinsecarsi in determinate manifestazioni «affettuose» nei riguardi della Madonna.
Siamo tuttora alla conclusione di un'atmosfera tutta medioevale quando notiamo le effusioni mariane del B. Enrico Susone o gli inviti di San Filippo Neri che, nel maggio, raduna intorno a se frotte di giovani per condurli davanti ad un'edicola mariana debitamente ornata di fiori e lì davanti spingerli ad offrire a Maria un altro tipo di fiori, quello delle proprie virtù. Finora si tratta di forme di devozioni extraliturgiche; non passerà però molto tempo ed alle ricordate forme se ne unirà un'altra, stavolta paraliturgica che si materia, dopo i canti, nella benedizione Eucaristica. Questo avviene in Santa Chiara di Napoli all'inizio di quella che tuttora va sotto il titolo di epoca della Controriforma.
Finora però, e per lungo tempo, la espressione della pietà mariana trova essenzialmente il suo sfogo legato all'iniziativa di singoli o di singole comunità. È però verso la metà del Settecento che nascono i primi «libretti» destinati a favorire come una traccia a quanto, finora, lasciato alla singola iniziativa.
È nel 1726 che, a Parma, il gesuita Annibale Dionisi, stampa il primo «manuale del Mese Mariano»