Volume 13. Stampati - Varie pag. 1056

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Memorie

5 - Cenni sulla preziosa morte di S. E. Don Carlo de' principi Torlonia commendatore Gerosolimitano con lettere edificanti del pio defonto

caritatevole, stata in moto continuo di dare, allorché era diretta dalla ragione secondo i dettami della religione, si movesse per uso contratto al dare anco quando la ragione era incapace d'intendere la voce della Religione.
Ma non prima D. Carlo tornava all'uso dei sensi, che già riassumeva il pregare, e tanto più forte pregava, quanto più il male cresceva, e nel fervore della preghiera implorava il soccorso di Maria Vergine colle ultime parole dell'Ave Maria - nunc et in hora mortis nostrae - onde averla propizia nel punto di sua morte. Non potendo talvolta più parlare, dopo un lungo pregare, alzava gli occhi, e le mani al cielo, e si segnava col segno salutare della SS. Croce come sempre avea praticato con gran fede in tutta la sua vita: poi prendeva il Crocifisso, di Cui era stato fedele seguace, sforzandosi d'imitarne la vita santissima, e lo baciava e ribaciava teneramente; quindi tornava con atti pii, e divoti a venerare la Madre delle misericordie Maria SSma, prendeva il quadro dell'Addolorata, e similmente baciatolo, e ribaciatolo esclamava - nunc et in hora mortis nostrae, amen. - Come la volontà di Dio era stata la norma e la direttrice di sua vita, così era rassegnatissimo alla divina / {21} volontà in morte, il che si conosceva dallo spesso ripetere che ei faceva quelle parole - Si faccia tutto quello, che Dio vuole: sia fatta sempre la Sua santissima volontà. Che poi fosse unicamente attaccato a Dio, e tutto occupato delle cose