Volume 13. Stampati - Varie pag. 1057
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Memorie
5 - Cenni sulla preziosa morte di S. E. Don Carlo de' principi Torlonia commendatore Gerosolimitano con lettere edificanti del pio defonto
celesti, lo dava chiaramente a conoscere esprimendo a' suoi più cari, che egli più non pensava a questo mondo, ma solo alla gloria eterna.
Il dì penultimo della sua vita mortale richiese, che si celebrasse la S. Messa nella Cappelletta domestica, e gli si desse il SS. Viatico: nel chiederlo mostrò una tale divota allegrezza da non poterla descrivere, nel che appariva la sua viva fede nel Sagramento eucaristico, la sua speranza di ricevere colla S. Comunione il pegno della vita eterna, e la sua carità, onde unirsi per l'ultima volta sagramentalmente al Signore, e quindi unirsegli comprensivamente e senza velo nel cielo. All'albeggiare di quel giorno invitò gli astanti a dire con lui le consuete sue preci, e disse il Credo, la Salve Regina, trè Pater noster in onore della santissima Trinità, e gli atti delle Virtù teologali, poscia prese il quadro della SS. Vergine Addolorata, e baciandolo più volte con effusione di cuore ripeteva - Causa nostrae letitiae, consolatrix afflictorum, e da ultimo disse il salmo Miserere. Prima di / {22} chiedere del SS. Viatico erasi già confessato, e poi dimandandogli il Confessore se avesse da dirgli alcuna cosa, gli rispose di nò; se non che egli amava, che esso stesse sempre al suo fianco. Presente lo stesso Confessore ed altri di casa, imitando il N.S.G.C. nel perdono, che diede ai suoi nemici mentre era in Croce, dichiarò che egli perdonava di cuore a tutti i suoi nemici, e specialmente a chiunque avesse potuto in qualunque modo contribuire alle sue