dopo la morte della Serva di Dio (1). Per quanto nelle varie volte che io vi accedevo, mi veniva riferito e i molti atti di virtù che andava esprimendo la Serva di Dio, le giaculatorie che faceva con frequenza, anzi mi pare che vi fosse chi vi riconosceva (sebbene l'infermità fosse in grandissima ascensione) una continua presenza di spirito in Dio e come fosse sempre rivolta in Dio. Prima di comunicarsi la seconda volta, siccome la prima avendo dimenticato dimandar perdono alla religiosa Comunità, mi fu detto che ne era restata angustiata, e per torla d'angustia fu duopo riunire la Comunità in sua camera per eseguire un tale atto; e mi pare che mi fosse anche riferito, che in questa o in altra circostanza, oltre ad essersi raccomandata alle comuni preghiere, aveva ancora raccomandato o insinuati sentimenti di virtù religiose, specialmente la carità. Mentre era oppressa dal male, in guisa che la commoveva anche esternamente, con moto che lo direi convulso, senza però offendere la santa modestia, mi disse di aver formata la intenzione. Tale espressione / {734} {(44)} conoscendo il suo spirito, mi poté bastare per conoscere e la uniformità e la retta intenzione di molta perfezione. Nel sabato dopo essermi trattenuto non molto in Monastero, ne partii e ne feci subito ritorno nella Domenica